Questo è il resoconto della sessione 34 della campagna di Ultraviolet Grasslands, un viaggio psichedelico attraverso le immense Praterie Ultraviolette fino alla Città Nera.
In questo post trovate tutti i resoconti passati, compreso l'inizio di questa avventura pazzomatta.
Eroi presenti: Blu Colpa, Cardo Los Mariscos, Blu Colpa, Raton Tio, Ing. Tanfozzi
Giorno 211, Città Violetta
Il gruppo compra equipaggiamento da dungeon per calarsi nel pozzo, visto che hanno deciso di andare ad investigarlo prima del giorno della consegna.
Prima però vanno dalla formaggiaia a parlare con lei riguardo cosa era successo la notte precedente.
Entrano Tanfozzi, Cardo e Beauregarthe e girano il cartello all'ingresso da "Aperto" a "Chiuso".
La formaggiaia non appena li vede diventa nervosa. "So perché siete qui, ma non so nulla, non posso aiutarvi".
Tanfozzi reagisce male, minacciandola e dicendo che lei sa perfettamente cosa è successo, che li ha quasi fatti finire in una trappola e che vuole sapere dove trovare il suo gatto.
La donna però, sempre più agitata tira fuori un vecchio fucile da sotto il bancone e, con le mani tremanti, intima loro di andarsene insistendo sul fatto che non può aiutarli.
Anche Cardo estrae il suo fucile, ma Beauregarthe non lo fa e anzi prova a consigliare di lasciar perdere e di andarsene.
Tanfozzi però, a quel punto, urla alla donna per farsi dire cosa sa. Alla formaggiaia, tremante, parte un colpo di fucile. [1]
Tanfozzi evita fortunatamente il colpo e inciampando finisce sul bancone di formaggi facendone saltare uno che disarma la donna. Il di lei fucile finisce sul bancone vicino a Tanfozzi stesso che, dimenandosi, lo fa finire lontano.
Cardo salta oltre il bancone e afferra la donna per cercare di buttarla e tenerla ferma sul pavimento.
Beauregarthe, invece, prende il fucile della donna caduto lì vicino e lo punta verso Cardo e Tanfozzi. "Lasciatela e smettetela. Non lavoro per voi per fare queste stronzate."
La donna riesce a liberarsi dalla presa di Cardo e a fuggire nel retrobottega.
Beauregarthe dice loro che pensava di essere stato assoldato da mercanti, e non da bruti che non ragionano su quello che fanno. "Quella donna era chiaramente terrorizzata ed era evidente che non vi avrebbe detto nulla".
Tanfozzi a questo punto si incazza, dicendogli che non capisce che Miss Palla di Neve è "la sua famiglia" e che farebbe tutto per lei.
Il veterano allora si toglie il copricapo, si indica le vecchie cicatrici sul volto e gli chiede "Come credi che me le sia fatte? Anche io ho perso dei compagni e degli amici, so cosa vuol dire".
L'Ingegnere però non vuole sentire ragioni. Dice a Beauregarthe di andarsene pure, di restituire l'anticipo che gli avevano dato per i suoi servigi, per poi uscire dal negozio.
Infine Beauregarthe dice a Cardo di aver interpretato male su che tipo di persona era e che si aspetta, se mai dovesse accadere, di rivederlo in una pozza del suo sangue o con le sue ossa sbiancate dal sole. Poi prende il fucile e segue la donna nel retrobottega.
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Non appena Tanfozzi esce dal negozio viene circondato da un gruppo di persone armate di bastoni, pugnali e qualche fucile.
È una folla che si è radunata attorno al negozio, preoccupata per lo sparo udito. Lo afferrano per la collottola e gli intimano di dire che ci faceva lì dentro.
Tanfozzi afferma di essere stato attaccato dalla formaggiaia, ma gli viene risposto che "Se la Pina ti ha sparato devi averle dato una buona ragione per farlo".
Tanfozzi prova a ribattere spiegando loro la situazione del gatto e mostrando la lettera, affermando che la donna era complice del rapimento e di una trappola tesa la sera prima, e che lei gli doveva delle informazioni. Loro però gli strappano la lettera dalle mani buttandola per terra e ignorandolo.
Tanfozzi insiste ma dopo un po' il gruppo, che non gli crede, si stanca e gli tira una bastonata che lo fa svenire.
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Nel frattempo Cardo prova a seguire Beauregarthe, ma la porta del retrobottega è stata chiusa a chiave, quindi cerca di sfondarla.
Riesce fortunatamente ad aprirla prima che alcune persone entrino nel locale per controllare come sta la formaggiaia e, infilandosi nel retrobottega, prende una cassa e blocca la porta.
Nel retrobottega ci sono delle scale che vanno al piano di sopra, dove ha sentito che la donna e il loro ex compagno di viaggio sono andati, e tra casse e strumenti caseari c'è una porta che dà all'esterno.
Inizia a provare a sfondarla proprio nel momento in cui le persone fuori iniziano a cercare di aprire la porta del retrobottega bloccata dalla cassa.
Raton nel frattempo prende Tanfozzi, esanime, e lo trascina in un angolo cercando di sviare l'attenzione verso il benestare della formaggiaia.
Poi scuote Tanfozzi per farlo riprendere e nel frattempo tira fuori dalle tasche un centinaio di € e inizia a gettarli all'indietro verso la folla esclamando "Vediamo cosa hai nelle tasche!".
Mentre la folla viene distratta dai soldi, l'obiettivo fin da subito di Raton, Tanfozzi sotto suo suggerimento gli tira un cazzotto e approfittando del varco creato si da a gambe levate infilandosi nelle stradine tra gli edifici fatiscenti.
Blu invece, facendo il goffo, si mette in mezzo agli uomini che si sono messi a inseguirlo, rallentandoli e permettendo la fuga dell'Ingegnere.
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Cardo nel frattempo riesce a sfondare la porta che dà all'esterno gettandosi contro di essa proprio mentre gli uomini riescono ad aprire quella del retrobottega.
Si lancia così tra i vicoli mentre la folla a inseguirlo ma, sapendo di non essere stato visto e quindi di non poter essere riconosciuto, è tranquillo che non lo troveranno.
Qui chiudiamo la sessione.
Note dell'Arbitro
1. Colpi che Partono
Ho provato a trasmettere il nervosismo della donna che teneva il fucile puntato. Quando Tanfozzi ha urlato ho tirato un dado per vedere se sarebbe partito un colpo, e così è stato.
Terrore e Violenza nelle Praterie Ultraviolette
Ultimamente c'è stato un incremento, tra questo e altri episodi, dove alcuni personaggi si comportavano un po' troppo da ammazzabondi* rispetto alla loro natura teorica di mercanti/esploratori/gente con un obiettivo.
L'idea della campagna non era di avere un clima da far west dove estrarre la pistola per minacciare se non addirittura sparare è la soluzione più facile.
Essendo questa una campagna OSR l'idea teorica è che anche in situazioni più concitate ci si sforzi di usare il buon senso, il pensiero laterale, la creatività e l'astuzia dei giocatori e non ricorrere alle armi e minacce come prima opzione. Anche queste situazioni dopotutto sono da accogliere come sfide.
Ovviamente ho parlato con i giocatori e loro si sono dimostrati comprensivi e davvero disponibili nel cambiare il modo di interpretare questi i personaggi.
Una delle motivazioni portate avanti per certi comportamenti è stata quella del (per riassumere e semplificare tantissimo) "il mio personaggio farebbe così (per ragioni x, y e z)".
Questo nella fiction ha perfettamente senso ma, come ho spiegato loro, in primo luogo stiamo comunque giocando assieme ad altre persone (e le conseguenze delle azioni di un personaggio possono influenzare il gioco agli altri) e in secondo luogo l'idea è di usare lo stile di gioco concordato (quello descritto sopra) e questo modo di interpretare i personaggi va un po' in conflitto con quest'idea.
Ad ogni modo come ho già detto si sono dimostrati comprensivi e disponibili ad adattarsi, e quindi tutto è bene.
Sono davvero contento di avere un gruppo di giocatori così maturo e aperto da poter parlare tranquillamente degli eventuali problemi e di riuscire a risolverli parlando tra noi.
Quindi grazie.
E ci si legge dopo la prossima sessione.
*murderhobos
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